Aprile 28, 2022

Ipoacusia post traumatica: quando il rumore lede l’udito

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L’ipoacusia post traumatica, come indica il nome stesso, riguarda l’improvviso o il graduale abbassamento della capacità uditiva a seguito di un evento traumatico di diversa natura; in questo articolo ci occuperemo in particolar modo dell’ipoacusia dovuta ai traumi di tipo acustico. 

 

Cos’è l’ipoacusia post traumatica

 

L’ipoacusia post traumatica è la conseguenza di un trauma acustico (chiamato anche tecnopatia) che può essere di tipo cronico, quando è dovuto all’esposizione a rumori continui o intermittenti di elevata intensità (come avviene ad esempio in alcuni ambienti di lavoro particolarmente a rischio) oppure di tipo acuto, se  provocato da un evento di breve durata ma di elevatissima intensità (oltre 120 dB), come un’esplosione o uno sparo d’arma da fuoco molto ravvicinato.    

 

Il deficit uditivo che ne consegue è di tipo neurosensoriale, perché l’evento traumatico degrada selettivamente le strutture nervose dell’organo di senso. Più nello specifico, l’onda sonora provoca una pressione che danneggia le cellule ciliate dell’orecchio interno, responsabili della trasmissione degli input sonori al cervello.

 

A seconda della gravità del trauma, la perdita dell’udito può essere parziale o totale e coinvolgere solo un orecchio (ipoacusia monolaterale) o entrambe (ipoacusia bilaterale), ma in ogni caso irreversibile. 

 

Come si manifesta l’ipoacusia post traumatica? 

 

Nei casi di trauma acustico di tipo acuto, l’ipoacusia si manifesta in modo molto sintomatico. Subito dopo l’esposizione al rumore molto elevato si avverte tipicamente un senso di ovattamento dell’orecchio, accompagnato da forti acufeni (fischi all’orecchio) e calo dell’udito. 

 

Questi sintomi sono ben conosciuti ad esempio da chi passa molte ore in discoteca o ascolta dal vivo concerti in una posizione molto vicina all’amplificazione. Tuttavia, dopo alcune ore questi sintomi tendono a scomparire, il fischio si attenua e l’udito si riprende. Questo fenomeno è conosciuto come peggioramento transitorio della soglia uditiva. Se invece a distanza di diverse ore i sintomi permangono è possibile che l’evento traumatico abbia causato un danno dell’udito, ovvero un peggioramento permanente della soglia uditiva. In questi casi occorre rivolgersi il prima possibile al medico specialista. 

 

L’ipoacusia dovuta ad un trauma acustico di tipo cronico si manifesta invece in modo molto meno evidente perché causato da un’esposizione quotidiana e  prolungata a rumori ambientali intensi a cui si rischia di abituarsi. Come dicevamo all’inizio, questo è tipicamente il caso dell’ipoacusia da rumore professionale.  

 

Tale tipologia di ipoacusia post traumatica è più difficile da riconoscere perché i suoi sintomi non sono immediati ma si manifestano negli anni secondo un processo degenerativo dell’udito. Per approfondire tutti i sintomi leggi anche “Ipoacusia sintomi e segnali da non sottovalutare”.

 

Cosa fare se si sospetta un calo dell’udito dopo un trauma acustico

 

Quando si avverte una perdita anche parziale dell’udito è bene rivolgersi al medico curante o allo specialista otorinolaringoiatra che potrà valutare la presenza del danno all’orecchio tramite un esame otoscopico. Per misurare l’entità del deficit acustico sarà necessario invece effettuare un esame audiometrico con un tecnico audiometrista. 

 

Purtroppo le conseguenze di un trauma acustico di entità importante il più delle volte sono irreversibili e permanenti perché le cellule ciliate danneggiate non si ripristinano. È possibile però intervenire con un trattamento riabilitativo che prevede l’utilizzo di adeguati apparecchi acustici

 

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