Gennaio 9, 2023

Protesizzazione acustica: a che punto siamo in Italia?

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Sempre più persone ipoacusiche intraprendono un percorso di protesizzazione acustica ovvero il percorso di riabilitazione uditiva attraverso l’impiego di apparecchi acustici, per migliorare la qualità della propria vita. 

 

Si stima che l’utilizzo di dispositivi acustici in Italia sia cresciuto del 5% negli ultimi quattro anni e secondo la ricerca Eurotrak Ita 2022 il 97% dei possessori di apparecchi dichiara di aver notato un miglioramento nel proprio benessere psico-fisico e sociale.

 

L’ipoacusia in Italia: i numeri del fenomeno

 

L’ipoacusia è un disturbo molto diffuso nella nostra società e ciò è dovuto ad una combinazione di cause: la tossicità dei rumori dell’ambiente in cui viviamo, il veloce invecchiamento della popolazione e l’incidenza di malattie o di fattori ereditari.

 

In Italia sono 7 milioni le persone con problemi di udito e, tra gli over 65, l’ipoacusia riguarda ben una persona su tre. 

 

La ricerca EuroTrak Ita 2022 ha studiato l’incidenza e la distribuzione dei problemi uditivi nella popolazione utilizzando questionari di autovalutazione, otoscopia (visita medica del canale uditivo esterno e del timpano) ed esame audiometrico tonale (una procedura che misura la reazione a suoni di diversa tonalità e intensità).

 

Dal questionario è emerso che il 22% degli intervistati riferisce di avere un “udito non normale” e la valutazione audiometrica ha evidenziato un deficit uditivo bilaterale nel 18% delle persone e monolaterale nel 10%. Questi dati aumentano nella fascia over 60, specie negli individui di sesso maschile.

 

La protesizzazione nel nostro Paese

 

Lo studio ha permesso, inoltre, di individuare i soggetti che potrebbero beneficiare della protesizzazione acustica, ossia coloro che hanno un deficit uditivo uguale o maggiore a 40 decibel in entrambe le orecchie o nell’orecchio con l’udito migliore.

 

 

In Italia, le persone con un tale calo dell’udito che hanno già un apparecchio acustico sono solamente il 35% dei soggetti che ne potrebbero usufruire. Un numero ancora distante da altri Paesi europei come Regno Unito e Danimarca, che superano il 50%. 

 

Tuttavia, il dato italiano è in aumento negli ultimi anni, anche a causa dell’utilizzo delle mascherine durante il periodo di pandemia da Covid-19. I dispositivi sanitari che coprono la bocca, infatti, hanno fatto sì che molte persone si rendessero conto delle proprie difficoltà uditive e ricorressero ad un controllo dell’udito.

 

Le tre fasi del percorso protesico

 

 

Quando si parla di protesizzazione acustica ci si riferisce all’impianto di una protesi volta a correggere le perdite di capacità uditiva di una persona. Si tratta di un percorso di riabilitazione graduale che inizia una volta accertata la presenza di una perdita uditiva. Il percorso si articola in tre fasi:

 

  1. la prescrizione della protesi da parte dell’otorinolaringoiatra (ORL) o dell’audiologo, gli specialisti che valutano le capacità uditive del soggetto e vagliano il tipo di protesi da utilizzare.In questa fase è importante che lo specialista informi l’utente dei vantaggi ma anche delle possibili difficoltà che potrebbe incontrare durante il percorso;
  2. l’adattamento, una fase in cui l’audioprotesista mette in pratica ciò che è stato deciso nella fase di prescrizione e provvede all’adattamento personalizzato della protesi sulla base delle necessità dell’utente;
  3. il controllo, ossia la verifica dell’efficacia della terapia con test audiometrici e attraverso una valutazione globale dei miglioramenti ottenuti. Il controllo è effettuato dall’ORL con il supporto dell’audioprotesista.

 

Nella fase iniziale, sono altrettanto importanti l’anamnesi familiare e patologica, ossia la storia medica del paziente e della sua famiglia, che deve essere molto accurata e l’analisi del profilo professionale che permette di individuare una potenziale natura professionale del disturbo.

 

Come viene prescritto l’apparecchio?

 

La prescrizione e la scelta dell’apparecchio acustico si basano sull’analisi delle esigenze cliniche dell’utente e sulla valutazione della sua soglia uditiva.

 

Gli esami necessari per il corretto inquadramento dell’ipoacusia e di conseguenza per un’idonea protesizzazione acustica sono: l’audiometria tonale liminare, che indica dove si posiziona il deficit e quali sono le frequenze colpite; l’audiometria vocale, che misura la capacità del sistema uditivo di interpretare la voce umana; e la somministrazione di questionari.

 

Questi esami evidenziano il tipo ipoacusia, che può essere lieve, moderata o grave, e sulla base di questa classificazione e di molti altri parametri si strutturerà una prescrizione protesica personalizzata. 

 

Nelle ipoacusie di grado lieve e medio gli apparecchi acustici generalmente più rispondenti alle necessità del paziente sono quelli endoauricolari e i sistemi open-fitting che limitano molto bene i fenomeni distorsivi tipici di questo grado del disturbo. Mentre, per le ipoacusie gravi sono ottimali le protesi acustiche retroauricolari che dispongono di una buona potenza in termini di guadagno uditivo. La corretta prescrizione si potrà avere però solo dopo gli accurati esami audiometrici.  

 

Se hai avuto una diagnosi di ipoacusia o se vuoi fare un controllo dell’udito, prenota un appuntamento in una delle nostre sedi. Da Acustica Trentina trovi professionisti in grado di darti tutto il supporto di cui il tuo udito ha bisogno. 

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