Ottobre 26, 2020

Otosclerosi sintomi, cause e trattamenti

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L’otosclerosi è una distrofia che colpisce la capsula labirintica, ovvero il robusto guscio osseo che avvolge l’orecchio interno. Rappresenta una delle maggiori cause di ipoacusia con carattere progressivo e dell’acufene. Ha carattere ereditario, ma può insorgere anche per altre cause, e colpisce più le donne che gli uomini. Vediamo allora quali sono i sintomi di questo disturbo, le sue cause e i trattamenti per curarlo.

 

Cause dell’otosclerosi

 

Nonostante i numerosi studi sull’eziologia dell’otosclerosi, ciò che sappiamo oggi circa le cause di questa patologia rimane confinato nella sfera delle ipotesi, non si hanno cioè spiegazioni certe. Sembra trattarsi però di un meccanismo multifattoriale, basato cioè sulla concausa di diversi fattori. Primo fra tutti quello genetico. 

 

L’ipotesi eziologica dominante è infatti quella legata ai fattori ereditari,  prevalentemente in relazione al cromosoma sessuale X. Ciò spiegherebbe la maggior incidenza dell’otosclerosi nella popolazione di sesso femminile

 

Tra le altre possibili cause troviamo il virus del morbillo, perché nelle cellule della capsula labirintica è presente un recettore che rende l’orecchio interno particolarmente sensibile a questo virus. La predisposizione genetica se combinata al morbillo in molti soggetti aumenta il rischio dell’insorgenza dell’otosclerosi. 

 

La patologia può inoltre subire accelerazioni durante la maternità e l’allattamento per un influsso ormonale sul metabolismo dell’osso. 

 

Otosclerosi sintomi per riconoscere la malattia

 

La diagnosi della patologia spetta naturalmente al medico specialista. Possiamo tuttavia segnalare alcuni dei sintomi dell’otosclerosi più comuni che è bene non sottovalutare. 

 

L’otosclerosi ha un decorso solitamente molto lento e il segnale principale della sua insorgenza è un progressivo calo dell’udito (ipoacusia), che interessa inizialmente solo un orecchio per poi presentarsi – nella maggior parte dei casi – in entrambe i lati.  

 

All’abbassamento dell’udito si accompagnano molto spesso capogiri, vertigini e problemi di equilibrio, acufeni unilaterali e bilaterali e paracusia (una maggiore percezione dei suoni in ambienti rumorosi)

 

Per i familiari o per chi sta accanto a chi inizia a soffrire di otosclerosi, un campanello d’allarme è anche la variazione del volume di voce, che diventa più basso perché chi ne soffre tende a percepire la propria voce con toni molto alti e fastidiosi. 

 

L’otosclerosi non diagnostica e non curata adeguatamente può condurre ad una perdita uditiva anche grave. Per questo, all’insorgere dei primi sintomi, è molto importante rivolgersi ad uno specialista, soprattutto se sono presenti altri in famiglia. 

 

Come si tratta l’otosclerosi 

 

Il trattamento di questa patologia dipende dalla diagnosi medica e dal grado con cui si presenta. Le terapie prevalenti sono tre: 

 

  • Amplificazione: cioè l’utilizzo di apparecchi acustici nel caso di ipoacusia moderata;
  • Trattamento medico: somministrazione a cicli ripetuti di composti a base di fluoruro di calcio che sembra avere una certa azione nel rallentare la progressione della malattia;
  • Intervento chirurgico: a cui si ricorre nei casi di perdita uditiva grave e che generalmente richiede un periodo di breve convalescenza.

 

L’intervento chirurgico prende il nome di stapedotomia e consiste nel sostituire la sovrastruttura della staffa con una protesi minuscola. È una procedura molto delicata che può essere svolta con l’ausilio della tecnologia laser. L’intervento porta con sé una percentuale di rischio di danno irreversibile della funzione cocleare, motivo per cui è fortemente sconsigliata se l’orecchio da operare è l’unico ancora udente. 

 

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