Ottobre 12, 2020

Acufene curabile? Dipende dalle cause

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L’acufene è curabile? Prima di dare una  risposta a questa domanda, dobbiamo ricordare che l’acufene è un sintomo,  non una malattia e non causa di per sé una perdita uditiva. Tuttavia, nelle sue forme più acute e croniche, tale disturbo può essere molto fastidioso e compromettere il normale svolgimento delle attività quotidiane. In Italia si stima che circa il 10% della popolazione ne soffre e nell’1% sia causa di notevoli disturbi quali ansia, nervosismo e disturbi del sonno. Vediamo di capire allora in cosa consiste esattamente e in che misura l’acufene sia curabile. 

 

 

Cosa sappiamo sull’acufene  

 

L’acufene – comunemente descritto come “fischio nell’orecchio” – è la  percezione di un suono in assenza di un’origine esterna. Oltre che come fischio può essere avvertito come brusio, tintinnio, ronzio, pulsazione, schiocco, rumore persistente o intermittente.

 

Nella maggior parte dei pazienti l’acufene è soggettivo, cioè percepito solo dalla persona che ne soffre, ma esistono rari casi in cui il suono può essere percepito o è potenzialmente percepibile da un esaminatore (acufene oggettiva). 

 

Gli acufeni sono espressione di un malfunzionamento dell’elaborazione centrale dei segnali uditivi che coinvolge sia componenti percettive che psicologiche. Può interessare un solo orecchio (acufene monolaterale) o entrambe (acufene bilaterale).

 

Tipologie e cause dell’acufene 

 

In base all’origine del disturbo, l’acufene si può distinguere in termini clinici tra primario e secondario

 

  • Acufene primario:generalmente associato ad ipoacusia neurosensoriale (una patologia a carico dell’udito che interessa sia il sistema sensoriale che quello neuronale). Per questa tipologia di acufene sono state proposte varie terapie, sebbene attualmente non esista una cura accreditata.
  • Acufene secondario:si manifesta come sintomo di diversi disturbi uditivi e non. Tra i primi abbiamo la semplice presenza di cerume nel condotto uditivo esterno, le malattie dell’orecchio medio (otosclerosi o disfunzione della tuba di Eustachio), le patologie cocleari (malattia di Ménière) e la patologia del nervo uditivo. I disturbi non uditivi che possono causare acufene includono invece le anomalie vascolari, il mioclono e l’ipertensione endocranica. 

 

Secondo uno studio australiano condotto nel 2003 su oltre duemila persone over 55, il maggiore fattore di rischio dell’acufene è rappresentato dallo svolgere un lavoro in un contesto molto rumoroso. L’esposizione eccessiva al rumore, infatti, danneggia le piccole cellule ciliate presenti nell’orecchio interno. Tra le altre cause citate nello studio vi sono anche: infezioni dell’orecchio medio, sinusiti e traumi alla nuca. Le persone che soffrono di infezioni alle orecchie o sinusiti hanno rispettivamente il 30 e il 35% in più di probabilità di avere acufeni.

 

Tra le altre cause annoverabili ricordiamo anche: l’invecchiamento, l’assunzione di farmaci e sostanze otossiche, infezioni delle vie respiratorie superiori, disturbi dell’articolazione temporomandibolare o di postura, problemi di articolazione cervicale e problemi odontoiatrici che possono riflettersi sul sistema uditivo creando scompensi e inducendo l’acufene.

 

Le conseguenze soggettive del “fischio all’orecchio” 

 

Pur ricordando che l’acufene non è una patologia, la presenza costante di questo fastidio se perpetuato nel tempo può influire negativamente a livello psicologico. Tuttavia, non tutte le persone che soffrono di acufene riscontrano un peggioramento del loro umore o stato d’animo. Questo si spiega perché la reazione all’acufene è molto soggettiva e non è sempre determinata dall’intensità del disturbo, ma dall’importanza che se ne attribuisce. L’insorgere dell’acufene in molti soggetti può dar vita a stati intensi di stress, disturbi del sonno, ansia o depressione e perdita di concentrazione. Chi soffre di questo disturbo può anche sviluppare una certa intolleranza o sensibilità a luoghi affollati in cui c’è un costante brusio, o musica alta, isolandosi così dalle occasioni sociali. Tutte queste reazioni peggiorano la percezione emotiva del disturbo, avviando un circolo vizioso, in cui causa ed effetto non sono più distinguibili. 

 

Acufene curabile? Terapie e trattamenti 

 

Le terapie per trattare l’acufene sono molteplici, anche se non si può parlare di cure definitive. Dal punto di vista terapeutico infatti, il problema degli acufeni è a tutt’oggi ancora aperto e insoluto. Tuttavia, negli ultimi anni si sono fatti diversi progressi per tenere il disturbo sotto controllo e ridurre il suo impatto nella vita di tutti i giorni. 

 

Uno di questi è rappresentato dalla Tinnitus Retraining Therapy (TRT), che come nel caso della terapia cognitivo comportamentale, consiste nella graduale riduzione della percezione del disturbo da parte del paziente, attraverso sia la stimolazione sonora che il supporto psicoterapeutico per accompagnare il paziente nella gestione dell’acufene e delle conseguenze psicologiche ad esso correlate. 

 

Tale terapia è percorribile soprattutto nei casi di acufeni primari. Altre metodologie prevedono l’informazione del paziente e il counseling, la già citata terapia cognitiva comportamentale e le terapie del suono con apparecchi acustici. Nei casi di acufeni secondari bisogna agire invece sulle condizioni specifiche sottostanti. 

 

In ogni caso, individuare la precisa patologia che causa l’acufene è il primo razionale approccio per poter impostare l’idonea terapia medica, chirurgica o protesico riabilitativa. Ecco perché, quando il disturbo sorge, è importante rivolgersi ad un medico o parlare con un audioprotesista per potere gestire al meglio la propria situazione. 

 

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