Febbraio 27, 2020

Sintomi e cause della sordità improvvisa

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Il fenomeno della sordità improvvisa, tecnicamente denominata ipoacusia improvvisa, è un disturbo che si verifica in un arco temporale di 72 ore, con una perdita significativa della capacità uditiva (almeno 30 dB su 3 frequenze contigue), generalmente a carico di un solo orecchio. 

E’ una patologia che si manifesta più nei maschi che nelle femmine seppur con una lievissima differenza, con una frequenza da 5 fino a 20 casi ogni 100mila persone ogni anno e la fascia di età più interessata è quella tra i 40 e i 55 anni. 

Vediamo allora quali sono i sintomi più comuni, le cause e quali le probabilità di recupero totale dalla sordità improvvisa. 

 

Sintomi della sordità improvvisa

 

Il danno può delinearsi immediatamente nella sua massima entità, oppure manifestarsi come un peggioramento progressivo nell’arco di tre giorni.  

I soggetti che vengono colpiti da questo disturbo lamentano come segni premonitori un tinnito, ossia un fastidioso ronzio o fischio nell’orecchio interessato oppure una pressione auricolare accompagnata dalla sensazione “ovattata” dei suoni. 

A questi sintomi possono aggiungersi un’eccessiva sensibilità ai rumori, vertigini, capogiri, la sensazione di “sentire doppio” e disturbi dell’equilibrio. Il dolore all’orecchio, invece, non rientra tra i sintomi di questa patologia, potrebbe però indicare altri disturbi dell’udito che necessitano ugualmente di un controllo da uno specialista.  

Trattandosi di una patologia improvvisa, tali sintomi fanno la loro comparsa con poco anticipo rispetto al manifestarsi vero e proprio del disturbo. 

 

Cause della perdita di udito improvvisa 

 

La sordità improvvisa nella maggioranza dei casi è idiopatica, cioè non è attribuibile ad una causa scatenante conosciuta. Si stima che solo nel 10% dei casi si riconosca una causa nota. Tuttavia, diverse teorie mediche hanno individuato delle condizioni comuni a cui si attribuisce la perdita improvvisa dell’udito. 

Tra queste: 

 

  • un trauma cranico, una commozione senza frattura o anche un intenso sforzo fisico possono provocare la rottura delle membrane labirintiche ed essere causa di una sordità improvvisa; 
  • infezioni virali o batteriche, come la meningite batterica, la mononucleosi, l’herpes zooster oticus o la parotite epidemica. In meno del 10% dei casi si tratta del virus del morbillo e della varicella, nel 90% dei casi si tratta invece di virus respiratori, adenovirus e herpesviridiae con sede nella coclea o nel nervo acustico, o ancora virus neutrofici che infettano i neuroni cocleari, alle volte rimanendo silenti per anni;
  • virus indotto da infezione virale sistemica o periferica con produzione di anticorpi; 
  • malattie del metabolismo, come il diabete oppure un danno alla coclea (elemento dell’orecchio interno) causato da radicali liberi o prodotti tossici;  
  • problemi di pressione circolatoria sanguigna dei capillari dell’orecchio interno, in questo caso si parla anche di “infarto cocleare”;  
  • stress: in alcune persone situazioni particolarmente stressanti o che destano preoccupazioni possono avere effetti negativi a carico di diverse funzioni del nostro corpo, tra cui anche quella uditiva. In termini più tecnici, situazioni di questo tipo originano un’anormale attivazione di stress pathway nella coclea in seguito all’attivazione di fattori come il fattore nucleare KB; 
  • malattie autoimmuni a livello sistemico (poliarterite, artrite reumatoide, rettocolite ulcerosa) più di rado possono comportare danni alla capacità uditiva;   
  • uso di farmaci ototossici, cioè che possono avere come effetto collaterale danni all’udito. Tra questi soprattutto farmaci antitumorali, antibiotici e diuretici

 

Si guarisce dall’ipoacusia improvvisa? 

 

 Inutile dire che quando si avvertono i sintomi che preannunciano una perdita dell’udito bisogna recarsi immediatamente da un medico otorinolaringoiatra, il quale accerterà attraverso un esame obiettivo se si tratta di un’ipoacusia improvvisa e indicherà quali altri esami sono necessari: l’audiogramma, la risonanza magnetica, o eventualmente anche un esame del sangue, se si sospetta che la causa derivi da un’infezione.  

Una volta individuato il fattore scatenante, la terapia varia da persona a persona e in base alla causa.  

Diversi studi hanno rilevato che la ripresa totale della funzione uditiva viene segnalata in circa il 25% dei casi, in un 50% si ha un parziale recupero e in un 25% il danno invece rimane in modo permanente. Un recupero totale in genere si ottiene dopo 10-14 giorni dal manifestarsi del problema. 

 

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