Aprile 10, 2021

Calo dell’udito: 4 consigli per prevenire l’ipoacusia

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Il calo dell’udito, più correttamente denominato ipoacusia, consiste in un abbassamento della capacità uditiva da uno o da entrambe le orecchie e può avvenire per diverse cause. Per il progressivo invecchiamento delle cellule ciliate responsabili della funzione uditiva (in questo caso si parla di presbiacusia), per difetti congeniti dell’orecchio, per uno stile di vita scorretto, per l’assunzione di alcuni farmaci, per infezioni che colpiscono l’orecchio e così via. Una delle cause più diffuse, oltre all’invecchiamento, è l’esposizione a rumori forti. Cerchiamo allora di capire in questo articolo quali sono gli accorgimenti che è necessario adottare per prevenire un calo dell’udito.

 

1. Evita il più possibile l’esposizione a rumori forti 

 

La prima e più ovvia misura che bisogna rispettare ad ogni età per tutelare la salute del proprio udito è quella di non mettere sotto stress le nostre orecchie, evitando i rumori eccessivi. Ma cosa si intende esattamente per rumori forti? Per il nostro orecchio un rumore inizia a diventare intollerabile quando supera gli 85 dB. A 90 si parla di soglia critica, a 120 si entra nella soglia del dolore. Per dare un’idea più concreta di cosa vogliano dire queste misure, basti pensare che il fruscio delle foglie o il ticchettio dell’orologio corrispondono a circa 20 dB; un ambiente domestico o una conversazione normale sono situazioni che si attestano generalmente attorno ai 40-60 dB; un treno che passa a fianco a tutta velocità corrisponde a circa 80 dB; rumori molto forti sono quelli prodotti ad esempio da un martello pneumatico (114 dB), dal decollo di un aereo (140 dB) o dallo sparo ravvicinato di un fucile (160dB).     

 

In caso di rumori così elevati è comune sentire subito dopo ronzii nelle orecchie o la sensazione di orecchio pieno, o addirittura dolore. Ad eccezione di eventi traumatici e improvvisi, un danno uditivo causato da rumore può anche non manifestarsi nell’immediato. Se l’esposizione a suoni oltre gli 85 dB avviene in modo continuato, come nel caso di professioni svolte in ambienti molto rumorosi, un calo dell’udito può verificarsi anche dopo molti anni, attorno all’età della pensione. Un lavoratore che per 40 anni viene esposto ogni giorno a rumori oltre gli 85 dB ha infatti una probabilità su due di soffrire di sordità da anziano. Per questo motivo è importante evitare l’esposizione a rumori forti fin da giovani. 

Su questo argomento leggi anche: “Ipoacusia da rumore professionale: i mestieri a rischio”.

 

2. Proteggi adeguatamente le tue orecchie

 

Se si frequentano con costanza ambienti molto rumorosi, come cantieri, fabbriche o aeroporti, per ridurre il rischio di perdite uditive è indispensabile utilizzare adeguati otoprotettori in grado di filtrare le frequenze più dannose senza isolare completamente l’udito. L’inquinamento acustico in questi contesti, oltre che deleterio per la salute dell’udito, provoca anche disordini dell’umore e stress. Negli ambienti di lavoro ad alto rischio sussistono obblighi di legge che riguardano i dispositivi di protezione per l’udito ed è importante rispettarli. I protettori auricolari sono infatti indispensabili ma vanno usati correttamente: chi usa gli inserti auricolari in espanso deve assicurarsi di posizionarli alla giusta profondità nel condotto uditivo, perché un inserimento parziale può diminuire l’effetto di attenuazione anche di 10 dB.

 

Stessa cosa vale per le cuffie antirumore che vanno indossate a copertura integrale dell’orecchio. È necessario ricordare inoltre che queste protezioni se indossate solo di tanto in tanto non mettono al riparo dal rischio di un danno uditivo. In piscina o se si praticano sport acquatici, è molto utile dotarsi di tappi su misura per proteggersi da impatti traumatici con l’acqua e prevenire infezioni, otiti o micosi. 

 

3. Adotta corrette abitudini e cura l’igiene dell’orecchio 

 

Anche lo stile di vita influisce sulla salute del sistema uditivo. Condurre una vita salutare, facendo attività fisica, riducendo o eliminando il consumo di alcool, tabacco, zuccheri, caffeina sono tutti accorgimenti che contribuiscono a prevenire il rischio di ipoacusia. 

 

Naturalmente anche l’igiene dell’orecchio è importante per evitare accumuli eccessivi di cerume che possono ostruire il condotto uditivo. Una corretta e delicata pulizia con acqua e sapone sono sufficienti; da evitare invece l’uso di cotton fioc o limitarlo alla pulizia del solo padiglione auricolare. 

 

Un’altra scorretta abitudine che andrebbe limitata è quella di ascoltare la musica ad alto volume con gli auricolari per molto tempo. La regola del 60/60 può aiutarti a ricordarlo: non superare il 60% del volume massimo del dispositivo e non tenere gli auricolari per più di 60 minuti di seguito senza alcuna pausa. Meglio inoltre preferire le cuffie agli auricolari perché meno invasive, rimangono all’esterno delle orecchie e il suono risulta meno traumatico per la membrana del timpano.

 

4. Fai check up dell’udito con regolarità

 

Controlli regolari dell’udito attraverso esami audiometrici permettono di evidenziare fin da subito informazioni importanti sullo stato della funzione uditiva ed eventualmente intervenire con una riabilitazione. Lo screening è infatti uno strumento di essenziale importanza nella prevenzione dell’ipoacusia. L’insorgere di lievi sintomi come vertigini, acufeni passeggeri, dolori alle orecchie, difficoltà di ascolto, non vanno mai sottovalutati.

 

Prima viene identificato un danno dell’udito, più si riduce il rischio che il disturbo degeneri e più efficace sarà la riabilitazione. Le statistiche sul trattamento dell’ipoacusia ci dicono che dal momento in cui sorgono i primi problemi dell’udito alla decisione di trattarli adeguatamente con l’utilizzo di un apparecchio acustico, trascorrono in media dai 7 ai 10 anni. Un ritardo che può essere evitato ricorrendo a controlli periodici. Questo vale ancor di più per i soggetti a rischio: adulti sopra i 50 anni, lavoratori esposti ad ambienti molto rumorosi, soggetti con patologie all’orecchio e chi ha in famiglia casi accertati di ipoacusia. 

 

Su questo tema potrebbe anche interessarti “Controllo dell’udito: perché è importante farlo”.

 

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