Maggio 27, 2022

Ipoacusia centrale e degenerazione cognitiva

News

L’ipoacusia centrale è un tipo di sordità dovuta ad un danno localizzato nelle vie uditive centrali ed è caratterizzata dalla difficoltà da parte del soggetto di comprendere il parlato. 

Tale difficoltà, protratta nel tempo, può sfociare in una degenerazione cognitiva, ossia nell’impoverimento di funzioni cerebrali essenziali come la memoria.  

 

Che cos’è l’ipoacusia centrale e in che forme si manifesta? 

 

L’ipoacusia centrale indica la perdita dell’udito che si verifica quando avviene un danneggiamento a livello del tronco dell’encefalo adibito alla trasmissione e smistamento dei segnali nervosi al cervello. 

 

Le persone che ne soffrono presentano una grave difficoltà nella comprensione del parlato pur avendo, almeno inizialmente, solo una lieve riduzione della sensibilità uditiva. 

Ciò significa che pur riuscendo a distinguere i suoni diventa complicato seguire i discorsi, soprattutto in ambienti caotici e rumorosi. 

 

Per diagnosticare questo tipo di ipoacusia non bastano gli esami audiometrici classici in quanto nelle fasi iniziali i valori possono risultare nella norma. È invece necessario andare a fondo del problema con esami più specifici. 

 

Di ipoacusia centrale ne esistono diverse forme: 

  • La neuropatia uditiva: quando il soggetto presenta gravi difficoltà  nel comprendere i suoni più che a sentirli;
  • La sordità centrale completa, quando non si rileva nel soggetto alcuna soglia uditiva per i toni puri;
  • L’agnosia uditiva quando vi è un’incapacità di identificare i suoni anche in presenza di una soglia normale;
  • L’agnosia uditivo-verbale anche detta sordità per le parole, quando il paziente non identifica il codice fonologico pur riuscendo a leggere, scrivere e parlare normalmente;
  • L’afasia epilettica o Sindrome di Landau-Kleffner, un altro tipo di sordità per le parole che causa un’epilessia delle aree uditive dei bambini.

 

La relazione tra ipoacusia centrale e degenerazione cognitiva 

 

La capacità uditiva è strettamente legata alle capacità cognitive. La memoria sensoriale ad esempio è quella capacità cognitiva che ci permette di immagazzinare informazioni derivanti dai sensi, come la vista e l’olfatto, per poter interpretare il mondo che circonda. La memoria ecoica o uditiva, in particolare, è quella adibita a catturare, elaborare e conservare i suoni. 

 

Quando l’udito si riduce, soprattutto con l’avanzare dell’età, sorgono dei deficit cognitivi importanti che coinvolgono la comprensione del parlato, anche quando la soglia uditiva del soggetto è normale o non particolarmente compromessa. 

 

Nella letteratura scientifica, esistono tre teorie che cercano di spiegare la correlazione tra perdita dell’udito e degenerazione cognitiva: 

 

  • Teoria del carico cognitivo, secondo cui l’ipoacusia (perdita dell’udito) mette sotto sforzo il cervello durante l’elaborazione dello stimolo uditivo riducendo le risorse cognitive disponibili per svolgere altri compiti. 
  • Teoria dell’isolamento sociale individua come fattore di rischio per la perdita delle funzioni cognitive la solitudine, conseguenza molto diffusa tra chi soffre di ipoacusia. 
  • Teoria della causa comune. Alcuni studiosi sostengono che alla base di entrambi i disturbi potrebbe agire una stessa patologia, come ad esempio il diabete o un danno vascolare, che con tempi e modalità differenti colpisce sia la funzione uditiva che quella cognitiva. 

 

Come intervenire nei casi di ipoacusia centrale 

 

Prima di tutto occorre effettuare una visita da un audiologo che si occuperà di identificare il tipo di patologia che affligge il sistema uditivo. Egli si occuperà di effettuare sia i classici test del’udito che altri più specifici, come ad esempio l’audiometria vocale, in grado di aiutare a determinare la soglia di percezione del linguaggio del paziente. 

 

Una volta stabilito che si tratta di ipoacusia centrale, viene identificato un percorso riabilitativo che molto spesso include ulteriori visite specialistiche dal neurologo o dal logopedista. Tali figure sono necessarie poiché limitarsi alla sola visita uditiva senza considerare lo stato cognitivo del paziente potrebbe risultare riduttivo. Gli aspetti cognitivi della sordità sono quelli che incidono maggiormente nelle relazioni interpersonali e l’eventuale compromissione potrebbe incidere sulla qualità della vita del soggetto, soprattutto se si tratta di un anziano. 

 

Ecco perché quando si intraprende un percorso riabilitativo dell’ipoacusia centrale è importante coinvolgere in modo ripetuto e costante non solo il paziente ma anche le persone a lui vicine in modo che siano capaci di rilevare eventuali criticità e intervenire di conseguenza. Nel percorso riabilitativo, benefici notevoli derivano inoltre dall’impiego di adeguati apparecchi acustici, che aiutano a contrastare o ritardare l’insorgere di deficit cognitivi.

 

Se pensi che un tuo caro possa avere un problema di udito prenotate insieme un controllo con Acustica Trentina.

X
-->