Febbraio 20, 2024

Visita audiometrica: cos’è e come si svolge

News Tuo Udito

L’invecchiamento, l’esposizione prolungata a rumori intensi, alcune condizioni mediche o ereditarie possono incidere negativamente sul nostro udito provocando ipoacusia, un calo della capacità di sentire i suoni. 

Per indagare questo fenomeno, andando a conoscere l’entità e l’origine del danno, è fondamentale la visita audiometrica: un esame specifico eseguito da professionisti che mira a valutare la salute dell’udito e diagnosticare l’eventuale perdita uditiva.

 

 

Cos’è e a cosa serve la visita audiometrica

 

L’audiometria è un tipo di esame medico non invasivo, che consente di eseguire valutazioni della capacità uditiva delle persone.

 

Eseguire una visita audiometrica, infatti, significa poter conoscere la perdita dell’udito di un soggetto, sia quantitativamente che qualitativamente, e capire se riguarda l’orecchio esterno e medio (si parla in questo caso di ipoacusia trasmissiva) o interno (ipoacusia percettiva). 

Grazie a questo tipo di esame, è quindi possibile formulare una diagnosi precisa e procedere con un trattamento che migliori le condizioni di vita dell’utente.

 

La visita audiometrica viene eseguita dal tecnico audioprotesista, un professionista sanitario che controlla l’udito tramite test psico-acustici, screening specifici e colloqui con l’utente e i suoi famigliari. L’obbiettivo è prevenire eventuali patologie e riabilitare la salute uditiva di chi ne è già affetto, collaborando con il medico otorinolaringoiatra.

 

Come si svolge una visita audiometrica

 

Esistono quattro tipologie di visita audiometrica:

 

  • l’esame tonale che permette di individuare la soglia di udibilità dell’utente, ossia il livello minimo di percezione uditiva e la sua intensità. Per far questo, al soggetto vengono presentati toni puri con vibrazioni profonde a frequenza e ampiezza definite. In tal modo si può individuare qual è il suono più debole percepito dall’orecchio e, su questa base, riconoscere la presenza di un deficit uditivo;
  • l’esame vocale, invece, è necessario per valutare la capacità di comprendere il parlato e riconoscere le parole all’interno di una comunicazione verbale. Questo esame viene eseguito esponendo il soggetto a diverse intensità di volume, in crescendo, che stimolano il suo livello di comprensione e lo stimano.
  • Le prove sopraliminari, ovvero una gamma di esami audiometrici in cuffia soggettivi atti all’individuazione della soglia di fastidio indicata tramite l’ UCL (Uncomfortable Loudness Level). In questo modo il paziente indicherà l’intensità oltre la quale non riesce a sopportare i vari tipi di suoni e, in relazione alla sua soglia uditiva,  sarà possibile individuare il suo campo uditivo e avere così indicazioni per eventuali patologie retrococleari come il Recruitment. Non solo, questi test permettono di individuare anche la soglia di comfort, espressa mediante MCL (Maximum Comfort Level) tramite la quale l’audioprotesista può basare determinate regolazioni al momento del fitting;
  • L’esame impedenzometrico infine, è una valutazione oggettiva delle componenti dell’orecchio medio tramite l’impedenzometro, ovvero uno strumento composto da uno stimolatore acustico, un microfono per la registrazione, un tamburo timpanico, un sistema di regolazione di pressione e un software d analisi. Mediante l’invio di toni puri e variazioni di pressione si andranno a valutare l’integrità timpanica attraverso il timpanogramma con cui si vedrà la compliance, l’elasticità del timpano e il riflesso stapediale, una risposta riflesso-muscolare del muscolo stapedio dell’orecchio medio a stimoli sonori intensi. Le variazioni sonore indicate con questo esame possono fornire indicazioni sulla sensibilità uditiva e sulla presenza di iperacusia (ipersensibilità al suono) o ipoacusia.

 

Le prime due tipologie (esame tonale ed esame vocale) possono essere eseguite per via aerea o per via ossea. Andiamo a vedere nello specifico cosa significa.

 

L’esame per via aerea viene eseguito con l’ausilio dell’audiometro, uno strumento che invia al paziente dei suoni con l’ausilio di cuffie, prima ad un orecchio e poi all’altro in modo da capire gli eventuali deficit separatamente

I suoni vengono erogati prima a frequenza grave e poi sempre più acuta, a partire da un volume nullo e poi sempre più alto, fino a quando il suono non viene percepito dall’utente. Un soggetto considerato normale utente se la soglia di percezione dei suoni risulta entro i 20 dB, al di sopra di questo valore si può parlare di deficit. Pari e oltre i 95 dB si è in presenza di una sordità grave.

 

Il successivo esame è quello per via ossea che manda all’utente lo stesso tipo di segnali del primo esame ma attraverso un vibratore posto sull’osso mastoide, posizionato dietro il padiglione auricolare, che viene collegato all’audiometro.

 

I risultati dei due esami vengono riportati sull’audiogramma, un grafico che mostra le discrepanze tra i valori normali di udito e quelli del soggetto con deficit. 

In tal modo si avrà una rappresentazione grafica dell’udito di una persona che evidenzia i possibili valori anormali. Dal confronto tra le soglie dei risultati per via aerea e via ossea si potrà, quindi, fare una diagnosi per identificare il tipo di problematica e sordità.

 

La visita audiometrica fa parte del test dell’udito che è indispensabile per conoscere un’eventuale perdita uditiva e l’entità del danno dell’udito. Da Acustica Trentina abbiamo sviluppato un test dell’udito personalizzato che è possibile eseguire in tutte le nostre sedi, disseminate sul territorio trentino. Contattaci per avere più informazioni!

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