Marzo 10, 2023

Anacusia: significato, cause e rimedi

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Il significato di anacusia deriva dal greco antico an (mancanza) e akoyein (ascoltare). Il termine indica infatti la completa perdita della funzione uditiva da un orecchio, anche detta anacusia monolaterale. Le cause possono essere diverse, da quelle legate a fattori ereditari a quelle acquisite per effetto di patologie o eventi traumatici.  

 

Significato e classificazioni dell’anacusia

 

 

Volendo dare una definizione più precisa del significato di anacusia, essa indica la mancanza di percezione dei suoni oltre i 120 decibel. Per intenderci, 120 decibel sono l’equivalente della sirena di un’ambulanza udita da vicino, quindi un rumore molto forte e penetrante. 

 

Sebbene l’anacusia possa non apparire molto invalidante, perché si tratta della mancanza di udito unilaterale, è comunque una problematica rilevante con cui convivere perché l’orecchio sano si trova a dover compensare il deficit dell’altro.

 

L’intero lavoro uditivo è a carico di un solo orecchio che non può svolgerlo efficacemente. Questo innesca nell’utente anacusico un deficit significativo. Chi soffre di anacusia, infatti, non è in grado di individuare la fonte di un suono, perché tutti sembrano provenire da una stessa direzione: questo causa un impoverimento della qualità dell’udito e in particolare della comprensione del parlato che appare piatto e privo di sfumature.

 

L’anacusia può essere classificata in base alla sua entità: lieve, media oppure profonda; e se ne possono distinguere due tipologie a seconda della zona dell’apparato acustico che risulta danneggiata:

 

  • anacusia trasmissiva caratterizzata da un danno a livello di orecchio esterno o orecchio medio;
  • anacusia neurosensoriale riguarda la coclea o il nervo acustico, due strutture dell’orecchio interno.

 

Le cause dell’anacusia

 

Si stima che, in Italia, le persone con problemi di udito siano ben 7 milioni, ovvero il 12,5% della popolazione. Le origini di questi disturbi sono molteplici, riconducibili a fattori ereditari oppure acquisiti nel corso della vita di una persona, perché provocati da eventi traumatici o malattie.

 

Nel caso specifico dell’anacusia, le cause congenite sono riconducibili a:

 

  • infezioni contratte dalla madre in gravidanza;
  • uso di farmaci, sostanze stupefacenti o alcol nel corso della gestazione.

 

Se invece parliamo di anacusia acquisita le cause possono essere:

 

  • malattie infettive che determinano danni all’orecchio e ai nervi uditivi, come la meningite, la parotite o il morbillo;
  • neurinomi, ossia tumori benigni che interessano il nervo cranico vestibolo-cocleare;
  • una prolungata esposizione a rumori forti o un trauma fisico, responsabili di microlesioni all’organo uditivo;
  • un evento vascolare che compromette la corretta irrorazione di sangue dell’apparato acustico e, quindi, che provoca la morte cellulare.

 

 

Trattamenti riabilitativi dell’anacusia

 

Ogni trattamento terapeutico, oltre che alleviare le conseguenze di una patologia, deve comprenderne le cause per poterle curare. Nei casi di anacusia acquisita dovuta a infezioni si può fare ricorso alla terapia farmacologica che ha lo scopo di controllare l’infiammazione e cercare di ridurne al minimo gli effetti sull’udito. 

 

Se la perdita dell’udito è già acclarata, il trattamento più efficace per la riabilitazione dell’anacusia è quello che prevede l’utilizzo di apparecchi acustici per sopperire al deficit. I più performanti sono gli impianti a conduzione ossea (BAHA) e quelli cocleari.

 

In ogni caso la strategia migliore da mettere in atto è sempre la prevenzione tramite controlli dell’udito, screening uditivi (anche sui neonati) e, per quanto riguarda il lavoro, l’uso di protezioni acustiche che riducono il carico del suono.

 

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